Don Luigi CiottiRoma, 23 giugno 2006 – Sono passati soltanto undici giorni dall’incendio avvenuto a Torchiarolo (BR) e ieri pomeriggio nuove fiamme di matrice dolosa hanno rovinato dieci ettari coltivati a grano a Mesagne, l’altro comune del brindisino impegnato con Libera, enti locali, Prefettura e Forze dell’Ordine nel riscatto delle terre un tempo in mano alla Sacra Corona Unita. Se a Torchiarolo ad andare in fumo erano stati quattro ettari di vigneti, a Mesagne sono stati bruciati circa dieci ettari di grano pronto per essere mietuto il prossimo 3 luglio in quella che doveva essere – ma a maggior ragione continuerà ad essere – una festa per i cittadini e i territori coinvolti. Questi due episodi sono solo gli ultimi in ordine di tempo di una lunga serie di atti violenti compiuti in altre regioni del nostro paese ai danni di altre esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.
“Le fiamme non fermino il riscatto della legalità – ha dichiarato don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – anche perché non si deve cedere alle intimidazioni di quanti credono con la violenza di seminare paura. A Mesagne invece è stata seminata la speranza e il raccolto non potrà che essere fruttuoso, tanto o poco che sia, non importa. Ciò che conta è che il processo di ripristino della legge e di partecipazione civile che è stato avviato possa proseguire”.
Libera aveva in occasione dell’attentato di Torchiarolo manifestato ringraziamento alle istituzioni per l’impegno e invitato i cittadini a non sottovalutare i segnali di una criminalità messa alle corde dal lavoro di magistratura e forze dell’ordine.
Il rapporto con il territorio nel nome della condivisione, l’assunzione di responsabilità da parte di tutti, la creazione di cooperative di giovani che riutilizzino i beni confiscati alla SCU, il collegamento con la rete nazionale “Libera Terra”, che in questi ultimi mesi ha visto unirsi oltre cinquanta sigle di realtà di grande valore, impegnate nel settore del commercio responsabile e di qualità e del consumo critico: questi i prossimi passaggi che Libera intende sviluppare per rispondere nel migliore dei modi alle violenze e alle intimidazioni di chi agisce nell’ombra per togliere futuro ai territori brindisini tornati ad essere – ha concluso Don Ciotti – “terra libera, perché questi beni non sono di “cosa nostra” ma sono di tutti”.
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Comunicato stampa di Libera Brindisi“A chi con il fuoco ha pensato di mandare in fumo i nostri progetti risponderemo con la nostra determinazione, con la nostra serenità e anche arricchendo le feste del territorio di prodotti provenienti dai beni confiscati mesagnesi” così afferma il coordinamento di Libera Brindisi, commentando l’incendio avvenuto ieri a contrada canali di circa 10 ettari di terreno confiscato alla criminalità mafiosa, affidato al Comune di Mesagne e utilizzato in un progetto di riutilizzo per fini scopi sociali. Il terreno, di complessivi 20 ettari, è coltivato a grano e proprio oggi doveva essere trebbiato.
“Oggi trebbieremo comunque gli ettari rimasti e la farina che otterremo sarà più che sufficiente per dare ai cittadini di Mesagne il segno che i progetti sulla legalità non si possono fermare. Con la farina faremo friselle e taralli che l’Amministrazione offrirà ai cittadini e agli ospiti di Mesagne, con il sostegno di Libera e di tutto il mondo delle associazioni cittadine, durante le feste e le sagre dell’estate. Si tratta di un’idea che avevamo in mente da parecchio e che però oggi acquista nuovi significati, poiché attraverso la bontà dei prodotti della nostra terra possiamo dire a chi a pensato di fermarci che i nostri progetti vanno avanti esattamente come avevamo previsto.
L’incendio di ieri comunque, che segue quello avvenuto qualche giorno fa sui terreni confiscati di Torchiarolo, segnala in modo preoccupante la permanenza dell’azione criminale organizzata e no nella nostra provincia e il fastidio che i criminali provano di fronte ai nostri progetti di utilizzo sociale dei beni confiscati; questo però non ci fa fare passi indietro nella consapevolezza di essere nel giusto e nella volontà di costruire giustizia, economia sana e lavoro pulito là dove vi è stata sopraffazione e azione criminale. Gli incendi di questi giorni dimostrano che la contrapposizione è tra chi cerca di creare benessere a nome della collettività e chi opera distruzione solo per difendere i propri illeciti interessi”.
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Vincenzo Montanaro, consigliere regionale Ds.Gli incendi appiccati da mani chiaramente riconducibili alla criminalità – mani lordate da altri gravi episodi – importunano la classe dirigente, la società civile, le forze operose che costituiscono la maggioranza di questa Città: importunano ma non scalfiscono; turbano ma non indeboliscono; scuotono ed anzi rafforzano nei già saldi convincimenti democratici. Riponendo la più congrua fiducia nelle istituzioni deputate ad indagare sui vili attentati criminali, siamo però certi che il sistema positivo costituito dai cittadini e dai loro rappresentanti, tutti mossi dall’amore per il territorio e da una coscienza civica collettiva che origina da valori condivisi di giustizia sociale ed etica pubblica altissima, sia un baluardo sicuro per fronteggiare l’antisistema vizioso, oggi minoritario, contro cui occorrerà comunque combattere la battaglia per infliggere il colpo mortale.
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Annamaria Scalera, segretario DsA nome dei Democratici di Sinistra esprimo preoccupazione per il vile atto doloso ai danni dei terreni confiscati alla criminalità organizzata.
Se si dovesse dimostrare che si tratta di un atto intimidatorio, l’allarme di una recrudescenza degli atti criminali, che i Democratici di Sinistra hanno lanciato qualche mese fa, sembra avere fondamento.
Non deve sfuggire a nessuno che quel grano rappresentava il frutto del cambiamento e del riscatto sociale. E’ indispensabile che le forze dell’ordine, le Istituzioni, i partiti, le associazioni e tutti i cittadini tornino ad unirsi per combattere ogni tentativo da parte della malavita di rialzare la testa.
Da anni, come partito politico e come amministratori di questa città, siamo impegnati a trasferire la cultura della legalità, della democrazia e della partecipazione. La città ha già scelto da che parte stare.
E’ doveroso allora che tutti gli organi preposti ed in primo luogo le forze dell’ordine rinnovino l’impegno per salvaguardare la città e le istituzioni democratiche.